Federica Matera: il rosso della passione

28.01.2019

Artista alla costante ricerca di sensazioni forti da rimodellare nelle sue opere così carnali e presuntuose


Federica Matera è una ragazza con occhi vispi e svegli che non si fermano mai. Scrutano tutto e scrutano in profondità. Sono alla costante ricerca di sensazioni forti. Le stesse che poi emergono dai suoi dipinti. I colori sono le componenti protagoniste che non temono di sfidare l'ignoto.
Ma il rosso è quello che in un modo o nell'altro è sempre presente. Presuntuoso, forte e carnale.
Il rosso non si risparmia. Così è Federica. Non si risparmia se qualcosa la colpisce, non si arrende se qualcosa va storto.

Chi è Federica Matera?
Sono nata nel 1994 a Firenze, da padre genovese e madre fiorentina. Mi sono trasferita con la famiglia in provincia di Modena e fino a sette anni ho vissuto nel microcosmo di Casinalbo. Successivamente ci siamo trasferiti a Formigine. Tuttavia, non sento di aver messo radici qui e la cultura emiliana, nonostante per certi aspetti sia affascinante, non la sento mia.
Il percorso di istruzione ha seguito una evoluzione a spirale: Istituto Tecnico per Geometri, passando per la laurea triennale in Scienze Giuridiche fino alla magistrale presso la facoltà di Economia.
Con la famiglia ho un rapporto meraviglioso. I miei familiari hanno sempre creduto in me, appoggiando ogni scelta. Mi hanno spronata a rincorrere i sogni e le ambizioni. Con mio fratello Simone, nonostante i sette anni di differenza che intercorrono, c'è un legame fortissimo fatto di complicità e condivisione.
Sono alla ricerca di un equilibrio che non sia monotonia e proprio per questo non sopporto la chiusura mentale che limita la curiosità e la ricerca individuale. Cerco sempre di guardare oltre, avanti, anche se qualche volta mi lascio frenare dal passato. Ho una vera e propria passione per il caffè, fedele compagno delle notti insonni di studio e creazione.

Come nasce questa voglia di creare?
L'epifania della pittura è avvenuta nella tarda primavera dei miei diciassette anni durante una visita alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma. Uscii letteralmente cambiata con gli occhi pieni di immagini e l'anima in subbuglio. Successivamente, l'autunno di quell'anno, alla Tate Modern di Londra presi la decisione di mettere su carta quello che provavo.
Non le solite immagini rappresentative di oggetti o i ritratti che mi dilettavo di realizzare nel tempo libero, ma il colore che in qualche modo si faceva tramite dei miei stati d'animo.
Ho lasciato il libero sentiero del figurativo per avventurarmi in un territorio sconosciuto dove il pensiero è espresso tramite pure cromie. Da allora è stata una sperimentazione di materiali e tecniche. Perciò la pittura si è fatta esigenza. È come una energia che porto dentro e che deve essere liberata. Credo sia la voglia di esorcizzare alcune situazioni legate al passato.
Spesso ripenso ad un evento piacevole o spiacevole che mi è capitato e lo riporto sulla tela.
Provo a dare forma ad una emozione con i colori per poterla trasmettere agli altri senza parlare. C'è chi scrive, chi compone musica e chi parla di sé attraverso le parole. Io dipingo.
Forse è una forma più sottile e meno immediata di comunicazione, ma quando le persone guardando un quadro riescono a percepire le mie stesse emozioni, sento che siamo sulla stessa lunghezza d'onda, mi sento compresa e provo un senso di liberazione.

Cosa è che ti ispira?
L'inconscio e la dicotomia insita nell'universo. Siamo esseri smossi da impulsi ma dotati di raziocinio. Mi piace l'idea che l'incontro dei colori sulle tele sia evocativo di stati d'animo e situazioni. Che niente si compia definitivamente a livello visivo e che l'inconscio faccia il resto.

Perché il rosso?
Adoro il colore nero nell'abbigliamento. Il colore blu mi trasmette energie positive e se penso a come arredare casa mi vengono in mente nuances chiare, ma in definitiva mi sento rappresentata dal colore rosso: energia, impulso, passione, un qualcosa che travolge e che vuole imporsi.
Una volta mi è stato commissionato un quadro con una specifica richiesta: la totale assenza di colore rosso. Ho avvertito un senso di smarrimento. Perché il rosso per me è un punto di partenza e di arrivo. Il chiudersi di un cerchio. Un punto fermo che mi riporta a casa.
Un po' come quando a Londra trovo il simbolo della metro e so con certezza che riuscirò a tornare nonostante intorno a me non ci siano altre indicazioni.

Cosa nascondi dietro la firma?
MTR
è l'acronimo del mio cognome sul codice fiscale. Negli anni, ha assunto sempre più importanza e lo identifico con il legame con mio fratello. MTR vuol dire sostegno, condivisione, amore fraterno e portare in alto i valori della famiglia. Forse anche una forma di vanto.
Auguro a tutti coloro che hanno dei fratelli di poter instaurare un rapporto forte e saldo. I fratelli sono come colonne portanti, la famiglia del nostro domani.

Dove vuoi arrivare?
Il più lontano possibile. Tutte le cose richiedono tempo e costanza. Sono ambiziosa e quando inizio un progetto al quale credo, cerco di dedicarmi anima e corpo. Vorrei comunque cercare di gioire dei piccoli traguardi e di non dimenticare mai da dove si è partiti. 


Istagram: chicca_mtr

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